Seconda Guerra Mondiale
Partecipa alla seconda guerra mondiale in complesse operazioni sui fronti del Mediterraneo orientale e viene premiato in più occasioni. Con il grado di tenente viene posto a comando di una squadriglia di aerei che riesce ad eseguire complesse operazioni laddove era stato già pagato un alto prezzo in termini di aerei abbattuti e vite umane.
Nel giugno-luglio 1940, con il grado di tenente, è protagonista di incursioni sugli obiettivi nemici nella Corsica e del Mediterraneo orientale dove spinse il proprio mezzo fino agli estremi limiti dell’autonomia di volo, facendo ritorno indenne alla base dopo avere rischiosamente centrato gli obiettivi assegnatigli. Nell’autunno/inverno di quell’anno grazie anche alle reiterate azioni sul fronte greco ottenne la prima medaglia d’argento. A questa decorazione doveva aggiungerne altre quattro per le sue operazioni di successo in Palestina, Siria, Albania ed Egitto. In molte occasioni egli rientrava alla base con l'aereo crivellato di colpi.
L'8 Settembre 1943, mentre si trova nel campo di aviazione di Cameri (Novara), subiscono un attacco da parte delle SS. In quell'occasione il comandante del campo, tenente colonnello Alberto Ferrario di Genova, per evitare di esser catturato si suicida, lasciando la difesa del campo in mano agli ufficiali che, senza carburante, provano a resistere con i mitraglieri di bordo, ma che poi superati in forze dispiegate dai tedeschi, si disperdono in piccoli gruppi. Tradito nei suoi ideali dal fascismo, Mario vaga inizialmente per le montagne lombarde e venete finché riesce a raggiungere Venezia dove viene accolto dalla sorella e dal cognato. Sotto altro nome, lavorò inizialmente come meccanico in una ditta della zona ma poi decise di partecipare alla guerra di liberazione dell’Italia, si arruola tra le file dei partigiani ai comandi del generale Armellini.
La prigionia a Mauthausen
Mentre si trova in Veneto, il giorno prima di una partenza per la Puglia, il siciliano Carlo Aprile, una spia fascista, denuncia al maggiore delle SS Bach: Giovanni Mocellin e sua moglie, Antonio Rossito detto Nino e Anita Fabbri.. Il 7 maggio 1944, insieme ad altre 37 persone, mentre è impegnato in una missione di collegamento tra partigiani e reparti speciali delle forze armate delle Nazioni Unite, viene arrestato dalle SS tedesche e incarcerato in Santa Maria Maggiore. Mario Martire viene arrestato perché visto insieme al Mocellin.
Viene deportato nel campo di concentramento austriaco di Mauthausen, Lager Gusen, e immatricolato con numero 82419 come macchinista e assegnato probabilmente alla Baracca 6.
La morte
Mario Martire Maggiore Pilota
Secondo i fatti riportati da Mancusi V., sopravvissuto agli orrori del campo di concentramento, risulta che Mario Martire il 17 febbraio 1945, ridotto ad uno scheletro, si trascinava per il campo fino al momento in cui decise di entrare nell'infermeria del campo dicendo: "Vado: mi ammazzino pure! Non ne posso più, sono sfinito!". La sera stessa viene portato al forno crematorio e le sue ceneri disperse. La spia che l'aveva tradito viene in seguito catturata e condannata a morte ma poi amnistiata
Subito dopo la liberazione del campo la notizia della sua morte arrivò a Cosenza. L'on. Pietro Mancini, direttore de l’ «Avanti!» scrisse: «È giunta dal fatale campo dei prigionieri politici di Mauthausen la triste notizia della morte del capitano pilota Mario Martire, fratello dei compagni carissimi Filippo e Salvatore, da Cosenza».